L’incredibile autogoal di una room non regolata: per provare la sua sicurezza invita a creare dei bot!

L’incredibile autogoal di una room non regolata: per provare la sua sicurezza invita a creare dei bot!

Il tema della sicurezza delle poker room online è salito con prepotenza agli onori delle cronache negli ultimi tempi, complici alcuni episodi capitati su alcune piattaforme di gioco internazionali.

Nello slancio di certificare la sicurezza del proprio ambiente di gioco, però, c’è chi si è fatto prendere decisamente la mano.

É il caso di Americas Cardroom (ACR), poker room non regolamentata attiva soprattutto negli Stati Uniti d’America, che per garantire l’assenza di bot dai propri tavoli ha lanciato un vero e proprio ‘bot challenge’ alla community, salvo poi rendersi conto che era un clamoroso autogoal.

 

La denuncia: dei bot con più di 10 milioni di profit

La vicenda ha avuto la sua origine da un post sul forum statunitense 2+2. Con una miriade di dati a supporto, l’utente ‘TylerRM’ ha aperto una discussione per denunciare la presenza di bot su Winning Poker Network, il network in cui gira anche Americas Cardroom.

Nel fornire i nickname dei bot ‘TylerRM’ ha riportato loro vincite in tornei superiori a dieci milioni di dollari, mentre ai tavoli cash game dal NL400 a salire i bot attivi sul circuito avrebbero accumulato vincite per 218 mila dollari da aprile 2023.

 

Moneymaker lancia la sfida

A neanche 24 ore dalla discussione su 2+2, il testimonial di Americas Cardroom Chris Moneymaker appariva in un video insieme alla collega Ebony Kenney.

“Una parte del nostro ruolo di ambasciatori consiste nell’assicurarci di mantenere il sito responsabile il più possibile – ha detto Moneymaker nel video – Non saremmo ambasciatori di ACR se non credessimo che stiamo lavorando con brave persone che stanno cercando di fare le cose giuste. Credo che facciamo un buon lavoro. Non penso che qualcuno possa creare un bot in grado di bucare la nostra sicurezza. Ma ci potremmo sbagliare”.

Da qui il lancio del bot challenge: Moneymaker ha rivelato che ACR era pronta a offrire centomila dollari e un lavoro “alla prima persona in grado di creare un bot e farlo operare su Winning Poker Network per 5.000 mani e ce lo dimostri”.

 

 

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Sfida chiusa in 12 ore?

Subito la sfida lanciata da ACR dava la stura a infinite discussioni social. Nel giro di neanche 12 ore però l’argomento cambiava, man mano che iniziavano ad arrivare dichiarazioni di bot operanti sulla room.

In particolare via X l’utente Matt McElligott scriveva di aver creato un bot attivo su ACR e che aspettava di sapere le prove che doveva fornire alla room.

Non erano pochi però a sottolineare che per chiunque abbia una bot station, centomila dollari e un lavoro sono meno di quanto può garantire l’attività illecita.

 

 ACR corregge il tiro

Qualche ora dopo ACR pubblicava un comunicato in cui sosteneva che nessuno aveva completato la bot challenge, di cui forniva ulteriori dettagli. I seguenti:

Creare un bot in grado di vincere
Farlo giocare per almeno cinquemila mani senza che venga identificato dai protocolli di sicurezza della room
Essere pronti a fornire informazioni al team ACR in modo da migliorare i protocolli futuri di sicurezza
Identificarsi pubblicamente in nome della trasparenza e della credibilità agli occhi della community.

Subito saltava all’occhio una modifica dei termini originariamente enunciati da Moneymaker, che lanciando la sfida non aveva menzionato l’obbligo di vincere per il bot.

Nel comunicato ACR tranquillizzava anche i suoi giocatori:

“Siamo consapevoli che ci sono dei rischi nello sfidare le persone a mettere dei bots sul nostro network. Assicuriamo che i fondi dei giocatori non sono a rischio per questo challenge e che ogni vincita ottenuta dai bots sarà resistuita ai nostri giocatori nel minor tempo possibile”.

Challenge finito

La chiarificazione durava non più di mezza giornata. A causa dei feedback ricevuti, ACR dichiarava il challenge chiuso.

“L’intenzione era testare la robustezza dei nostri sistemi di sicurezza e mostrare i progressi fatti dal nostro team per la integrità del gioco. Ma adesso abbiamo capito che fomentare individui a creare e sviluppare bot che agiscono contro la nostra base di giocatori non è il modo giusto per raggiungere quegli obiettivi. Riconosciamo l’errore e ci scusiamo sinceramente con la nostra community”.

 

Author: Terry Baker